Statuto di Corinaldo 1573

Stampato da Sebastiano Martellini nel 1573

Dalla distrutta chiesa di San Rocco proviene il dipinto eseguito nel 1562 da Ercole Ramazzani e raffigurante l’omonimo santo. La tela oggi esposta nella civica raccolta d’arte “Claudio Ridolfi” di Corinaldo, raffigura San Rocco invocato a protezione della peste mentre mostra la coscia sinistra con la piaga purulenta e, sullo sfondo, a destra di chi guarda, un borgo fortificato con mura, bastioni e all’interno edifici e torri. Quello eseguito dal pittore arceviese sembra essere un particolare dell’immagine che undici anni più tardi comparirà nel frontespizio degli statuti di Corinaldo stampati da Sebastiano Martellini nel 1573 a Macerata. Qui è Sant’Anna che assisa su una nuvola con la mano destra indica alla figlia che le sta a fianco la Terra da proteggere. La Madonna volge il capo verso Corinaldo, raffigurata in basso con le sue mura di difesa e munite di torrioni, porte e all’interno case, chiese, torri e campanili. Questa particolare somiglianza tra le due raffigurazioni lascerebbe indurre a pensare che non si tratti di immagini di semplice fantasia. Ora senza addentrarci in una indagine dai risultati quanto mai incerti (alla luce di come la struttura architettonica sia cambiata nei secoli successivi e soprattutto nel Settecento con la demolizione di chiese, palazzi e conventi) quello che si può rilevare è come al di fuori del borgo murato non vi siano abitazioni, ma una strada che conduce al paese e una campagna con animali e alberi, mentre, sullo sfondo, le montagne dell’Appennino marchigiano. L’immagine che compare sul frontespizio del volume reca in basso lo stemma del Comune con i sei monti sormontati dalle chiavi de San Pietro. Gli Statuti costituiscono l’insieme delle norme giuridiche che disciplinano i rapporti della Comunità: un codice formato da cinque libri ordinati a loro volta in varie rubriche. Gli statuti dei Comuni della Marca di Ancona e così è anche per quello di Corinaldo, seguivano per lo più il seguente schema: il primo libro (De Publicis Officiis) riguardava le magistrature e l’ordinamento amministrativo del Comune, le feste dell’anno e le offerte che i Comuni dovevano fare a chiese, conventi e simili. Il secondo libro (De Iudiciis et Causis Civilibus) riguardava il diritto privato (civile), cioè contratti, donazioni, ecc., processi civili e simili. Il terzo (Maleficiorum) invece riguardava i reati e il diritto penale (processi). Il quarto (De Criminibus Extraordinariis) tutte quelle norme (cioè extra ordinem) non contemplate nei libri precedenti. Il quinto (De Dannis Datis), disciplinava i danni arrecati all’agricoltura e ai suoi prodotti, al bestiame, al pascolo, ecc. Gli Statuti stampati da Sebastiano Martellini sono gli ultimi in ordine di tempo anche se è lecito immaginare che quelli più antichi potessero risalire al XIII secolo, magari andati distrutti in occasione del’incendio che Corinaldo a subito nel luglio del 1360. Poi arrivarono gli Statuti del 1457 e, infine, quelli con la silografia in argomento.